L’impennata dei prezzi delle materie prime, il conflitto ucraino e gli strascichi della pandemia determinano effetti differenziati sulle imprese salentine.
I dati dello studio condotto dall’Osservatorio Economico AFORISMA tracciano un panorama variegato.
Dal 31 marzo 2021 al 31 marzo 2022, le aziende sono diminuite a Ortelle, Miggiano, Castro, Salice Salentino, Poggiardo, Morciano di Leuca, Ruffano, Uggiano La Chiesa, Guagnano e Surano. Sono aumentate, invece, a Montesano salentino, Patù, Palmariggi, Tiggiano, Martignano, San Cassiano, Melendugno, Botrugno, Carpignano salentino e Cutrofiano.
Nel primo trimestre di quest’anno (da gennaio a marzo 2022), le aziende sono scese a Castro, Martignano, Miggiano, Surano, Ruffano, Ortelle, Salice Salentino, Morciano di Leuca, Muro Leccese e Nardò. Sono cresciute, invece, a Sanarica, San Cassiano, Sogliano Cavour, Gagliano del Capo, Montesano salentino, Tiggiano, Corigliano d’Otranto, Sternatia, Supersano e Botrugno.
È stata stilata la graduatoria in base alla variazione percentuale delle imprese attive (sono 65.917), cioè quelle iscritte in Camera di Commercio, che esercitano l’attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto. Si tratta, quindi, di un sottoinsieme dello stock totale delle imprese registrate (76.429).
La risposta delle imprese salentine al conflitto ucraino
Gli ingranaggi dell’economia salentina continuano a girare a velocità diverse: in alcuni Comuni è diminuito il numero delle imprese, in altri invece è aumentato, anche in relazione alle tipologie delle attività produttive e commerciali maggiormente presenti. Dall’analisi emerge anche una dicotomia tra i centri urbani più grandi, storicamente caratterizzati da una maggiore diversificazione delle attività economiche e le altre realtà di dimensioni più ridotte, a specializzazione più elevata.
Più in generale, la vulnerabilità di un territorio dipende sia dal grado di diffusione dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sia dal grado di specializzazione dell’economia locale in tali attività.
Inoltre, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, le imprese salentine più attive all’estero e nelle altre regioni sono state più esposte allo shock economico per via del rallentamento negli scambi commerciali, ma nelle fasi successive, grazie alla ripresa della domanda internazionale, sono state più reattive, recuperando prima. Oltre a presentare caratteristiche di asimmetria tra i comparti produttivi, la crisi appare fortemente discriminante rispetto alla dimensione d’impresa.
Su base annuale, dal 31 marzo 2021 al 31 marzo 2022, le aziende sono diminuite a Ortelle con una flessione del -4,8 per cento (da 146 a 139); Miggiano -4,2 per cento (da 214 a 205); Castro -3,1 per cento (da 161 a 156); Salice Salentino -1,6 per cento (da 505 a 497); Poggiardo -1,5 per cento (da 467 a 460); Morciano di Leuca -1,4 per cento (da 293 a 289); Ruffano -1,2 per cento (da 889 a 878); Uggiano La Chiesa -1,2 per cento (da 408 a 403); Guagnano -1,2 per cento (da 418 a 413) e Surano -1,2 per cento (da 171 a 169).
Sono aumentate, invece, a Montesano salentino del 5,2 per cento (da 193 a 203); Patù +4,9 per cento (da 122 a 128); Palmariggi +4,6 per cento (da 108 a 113); Tiggiano +4,5 per cento (da 220 a 230); Martignano +4,5 per cento (da 112 a 117); San Cassiano +4,3 per cento (da 139 a 145); Melendugno +4,1 per cento (da 968 a 1.008); Botrugno +4,1 per cento (da 172 a 179); Carpignano salentino +3,7 per cento (da 379 a 393) e Cutrofiano +3,6 per cento (da 608 a 630).
Restringendo l’analisi al solo primo trimestre di quest’anno, Castro registra una flessione del -3,7 per cento (da 162 a 156); Martignano -2,5 per cento (da 120 a 117); Miggiano -2,4 per cento (da 210 a 205); Surano -2,3 per cento (da 173 a 169); Ruffano -1,5 per cento (da 891 a 878); Ortelle -1,4 per cento (da 141 a 139); Salice Salentino -1,4 per cento (da 504 a 497); Morciano di Leuca -1,4 per cento (da 293 a 289); Muro Leccese -1,2 per cento (da 334 a 330); Nardò -1,1 per cento (da 2.525 a 2.496).
Crescono, invece a Sanarica del 3,3 per cento (da 92 a 95); San Cassiano +2,8 per cento (da 141 a 145); Sogliano Cavour +2,2 per cento (da 267 a 273); Gagliano del Capo +1,6 per cento (da 387 a 393); Montesano salentino +1,5 per cento (da 200 a 203); Tiggiano +1,3 per cento (da 227 a 230); Corigliano d’Otranto +1,3 per cento (da 470 a 476); Sternatia +1,2 per cento (da 163 a 165); Supersano +1,2 per cento (da 338 a 342); Botrugno +1,1 per cento (da 177 a 179).
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