È molto probabile il ritorno del protezionismo statunitense che sarà negativo per le nostre esportazioni.
Anche perché la guerra commerciale globale in atto, con dazi e contro-dazi, potrebbe ridurre gli scambi commerciali internazionali. Questo potrebbe pesare sul clima di fiducia dei nostri imprenditori con effetti diretti ed indiretti sugli investimenti sostenuti da parte delle aziende.
Ad oggi, la bilancia commerciale per il Mezzogiorno è positiva.
Verso gli Stati Uniti d’America esportiamo prodotti più di quanti ne importiamo.
Nel report sono stati elaborati i principali dati sull’andamento delle esportazioni e delle importazioni. Negli ultimi anni, per via dell’inflazione, sono aumentati i prezzi determinando un importante e crescente surplus commerciale per il Meridione. Questo si verifica quando un Paese esporta beni per un valore maggiore di quello che importa; viceversa, gli Stati Uniti d’America hanno un deficit commerciale o una bilancia negativa.
Le esportazioni rappresentano un utile indicatore per poter comprendere meglio il quadro economico di un territorio, potendo valutare sia la domanda estera sia l’offerta e dunque la produzione interna. La significativa impennata dei prezzi e, in generale, dei listini dovuta all’inflazione ha portato al più alto valore di esportazioni mai registrato. Attraverso l’andamento dell’export, si può monitorare la competitività di un sistema economico e la sua capacità di raggiungere gli altri Paesi che possono rivelarsi strategici per lo sviluppo del territorio.
L’export non è solo un’opportunità in più, ma quasi un obbligo per poter accrescere le quote di mercato, considerata la contrazione della domanda interna, dovuta al calo demografico e allo spopolamento. È importante, perciò, presidiare i mercati internazionali, da un lato ma anche tutelare e valorizzare i nostri marchi e prodotti. L’attenzione ai mercati esteri non può che diventare una priorità per le aziende che vogliono crescere, diversificando.
L’economia mondiale è fatta di un inestricabile intreccio di processi di acquisto e di vendita di prodotti e di semilavorati e la maggiore quota del commercio internazionale è oggi spostata sul commercio dei beni intermedi, che cioè entrano nella produzione di altre merci per dare poi luogo al prodotto finale. La situazione è più complessa per noi dove c’è una larga fetta di aziende manifatturiere di trasformazione, in particolare quelle di più piccole dimensioni, specializzata in produzione di componenti.
Tante nostre aziende operano nella subfornitura, spesso di qualità e non vendono direttamente i loro prodotti sul mercato di destinazione finale. Quello che effettivamente conta è la quantità di valore aggiunto, ossia di arricchimento dei beni acquistati da altri Paesi, contenuta nelle nostre esportazioni. In un paese trasformatore e specializzato nella produzione di beni intermedi, è questa l’effettiva misura del contributo dell’export alla crescita economica.
I dati della bilancia commerciale (Mezzogiorno – Stati Uniti).
Nel 2021 sono stati esportati beni per un valore complessivo di 4 miliardi 243 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 453 milioni di euro, per un saldo attivo di 2 miliardi 790 milioni di euro.
L’anno dopo sono stati esportati beni per un valore complessivo di 4 miliardi 876 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 658 milioni di euro, per un saldo attivo di 3 miliardi 218 milioni di euro.
L’anno scorso sono stati esportati beni per un valore complessivo di 6 miliardi 208 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 864 milioni di euro, per un saldo attivo di 4 miliardi 343 milioni di euro.
I dati della bilancia commerciale (Puglia – Stati Uniti).
Nel 2021 sono stati esportati beni per un valore complessivo di 734,9 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 457,7 milioni di euro, per un saldo attivo di 277,2 milioni di euro.
L’anno dopo sono stati esportati beni per un valore complessivo di 892,2 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 643,1 milioni di euro, per un saldo attivo di 249 milioni di euro.
L’anno scorso sono stati esportati beni per un valore complessivo di 992,1 milioni di euro, a fronte di importazioni che si sono fermate a un miliardo 710,2 milioni di euro, per un saldo attivo di 281,9 milioni di euro.